E’ disponibile questo mese, in farmacia e negli ospedali con il Bollino Rosa, la nuova guida alla contraccezione, realizzata da O.n.da (Osservatorio Nazionale sulla salute della donna). Un aiuto per saperne di più e a scegliere il metodo migliore per ciascuna donna.
Oggi è disponibile una vasta gamma di metodi anticoncezionali, che possiamo definire come un ventaglio di offerte, che si basa su differenti meccanismi di azione. In questo ventaglio è presente la contraccezione del “prima” (metodi ormonali, metodi meccanici come la spirale e metodi naturali), del “durante” (preservativo, diaframma e spermicidi) e del “dopo” (contraccezione d’emergenza o di scorta).
Quale metodo contraccettivo scegliere?
Nella scelta, che deve essere sempre discussa e condivisa con il ginecologo, si dovranno attentamente considerare “pro” e “contro” di ciascun metodo, valutando tali aspetti in relazione alle abitudini personali, alla propria storia clinica e alle esigenze di coppia.
1) Metodi ormonali
Si basano sull’utilizzo di ormoni (estrogeni e/o progestinici) simili a quelli fisiologicamente prodotti dal corpo femminile, attraverso diverse modalità di assunzione: orale (pillola), transdermica (cerotto), transvaginale (anello vaginale). Da qualche anno è disponibile in Italia, ma ancora poco diffuso, l’impianto contraccettivo sottocutaneo. Sono metodi che agiscono direttamente sui meccanismi che regolano la fertilità: bloccano l’ovulazione e inducono modificazioni del microambiente uterino, rendendolo ostile al passaggio degli spermatozoi e inidoneo all’impianto dell’uovo fecondato. Sono i metodi che hanno maggiore efficacia, poiché agiscono direttamente sui meccanismi che regolano la fertilità. Sono disponibili sul mercato pillole “al naturale”, che contengono lo stesso estrogeno prodotto dall’ovaio (estradiolo) in associazione a un progestinico: rappresentano una valida alternativa ai preparati sintetici tradizionali, in virtù della elevata efficacia, tollerabilità e sicurezza, a fronte di un impatto metabolico ridotto.
2) Metodi di barriera Comprendono tutte quelle metodiche meccaniche (preservativo maschile/femminile, diaframma) o chimiche (prodotti ad azione spermicida) che impediscono agli spermatozoi di raggiungere la cellula uovo. Implicano la pianificazione del rapporto sessuale, influenzando tempi e ritmi del rapporto, comportamento dei partner e grado di intimità. Il preservativo è l’unico metodo in grado di proteggere dalle infezioni a trasmissione sessuale, se impiegato correttamente. Il diaframma prevede un periodo di “addestramento” e buona familiarità con il proprio corpo; deve essere inserito in vagina prima del rapporto sessuale e mantenuto in sede per almeno le sei ore successive.
3) Metodi intrauterini
Prevedono l’inserimento in utero di un piccolo dispositivo di plastica e rame (spirale al rame) che induce modificazioni dell’ambiente uterino, rendendolo ostile al passaggio degli spermatozoi, alla fecondazione e all’impianto dell’uovo fecondato. Un’altra alternativa è la spirale al progestinico (levonorgestrel), che, senza assorbimento generale dell’ormone, modifica il muco cervicale rendendolo impenetrabile agli spermatozoi, con un livello di sicurezza superiore al precedente.
4) Metodi di auto-osservazione
Si basano sull’individuazione dei giorni potenzialmente fertili, in cui osservare astinenza dai rapporti sessuali, attraverso il rilievo quotidiano di parametri biochimici (dosaggi ormonali nelle urine) o naturali (tra i più conosciuti, i metodi di Ogino-Knaus, di Billings e della temperatura basale). Sono però metodi poco sicuri, dotati di un’efficacia contraccettiva molto bassa. E prevedono un monitoraggio continuo e accurato dei parametri di riferimento.
Testi a cura della Dott.ssa Nicoletta Orthmann. Coordinatore Scientifico di Onda
La miniguida è realizzata dall’Osservatorio, con il patrocinio della Società Italiana della Contraccezione (SIC), della Società Medica Italiana per la Contraccezione (SMIC) e di Federfarma. Per info: www.ondaosservatorio.it