Nei prodotti da forno, nei dolci e nei gelati si trova, sempre più frequentemente, l’olio di cocco. Sopratutto da quando è diventata obbligatoria l’etichetta che specifica tutti gli ingredienti e il tipo di grassi utilizzati. Ed ecco che si scopre che, al posto dell’olio di palma (sino a pochi mesi fa, veniva abilmente occultato dalle aziende dietro la dicitura generica di grassi vegetali), c’è un altro olio tropicale, quello di cocco ricavato dalla polpa essiccata, in ascesa nei prodotti alimentari presenti al super. L’olio di cocco contiene il 90 per cento di grassi saturi, che aumenterebbero l’incidenza di malattie vascolari, come ha confermato l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità). Ma come l’olio di palma non fa male se utilizzato in piccole dosi, in dolci da forno e gelati; per l’olio di palma, l’Oms consiglia di assumere il 10% dell’apporto calorico quotidiano, ossia circa 22 grammi per una dieta di 2000 kcal.
Il problema è l’effetto accumulo: quasi tutti i prodotti da forno presenti al super contengono olio di palma e di cocco. Quindi, è davvero molto facile superare le dosi consigliate. Conviene leggere, sempre e bene, le etichette per non perdere di vista le info più importanti per la nostra salute.