È in aumento la dipendenza da Internet di bambini e adolescenti in tutto il mondo. Per la prof. Maria Rita Parsi, psicoterapeuta e scrittrice, i genitori devono conoscere, meglio e di più dei figli, la rete e i dispositivi digitali. E non “piazzare” i figli davanti ai device per stare tranquilli… (tenerli in casa con smartphone&Co. può essere peggio che esporli al rischio di droghe e alcol). Le soluzioni? Più sport e attività all’aria aperta (lasciando il cellulare a casa).
La chiamano la “Generazione H”, per via della la “H” che sta per “Hikikomori”, una sindrome individuata in Giappone oltre vent’anni fa, per identificare una grave dipendenza nei confronti del web. Un’“addiction” a tutti gli effetti che porta i ragazzi, soprattutto maschi “nativi digitali” a sviluppare i sintomi di un’“astinenza” da connessione internet pari a quella creata da droghe e alcol. I giovani della generazione H non possono più fare a meno di pc, tablet, smartphone; diventano insonni, aggressivi e persino violenti.
In più, abbandonano gli studi e la scuola; un luogo dove possono incontrare i loro coetanei e instaurare rapporti “reali”, concreti e di confronto. Si chiudono, invece, in sé stessi, nella loro solitudine, per giocare o chattare notte e giorno. E per i genitori, un vero incubo: non riescono più a farli smettere e se ci provano scatenano rabbia e aggressività incontrollabili (come purtroppo ci confermano gli ultimi fatti di cronaca). Ecco perché la dipendenza al web è ormai paragonata alle più gravi forme di dipendenza psicologiche.
Cosa possono fare i genitori per “prevenire” la dipendenza dal web?
– Per prima cosa, non lasciare in mano ai bambini piccoli cellulari e tablet senza essere presenti: occorre scegliere, spiegare e condividere giochi, video e tutte quelle informazioni adatte alla loro età.
– È fondamentale che i genitori (ma anche i nonni, gli insegnanti ecc.) conoscano il web meglio dei figli. Per questo, devono essere “alfabetizzati” prima gli adulti per imparare potenzialità e pericoli del mondo digitale prima che vengano utilizzati da figli, nipoti e studenti.
– I genitori devono controllare con costanza (e non una tantum) cosa fanno i ragazzi (cosa postano, quali social utilizzano e quali messaggi inviano o ricevono) con smartphone, pc e tablet. E per quanto tempo sono collegati al giorno: attenzione, non devono superare l’ora e mezza.
– È importante proporre ai figli, dopo la scuola, molte più occasioni di socializzazione. Per esempio, iscriverlo a uno sport per almeno 2-3 volte a settimana, spingerlo a seguire attività creative, spirituali e culturali. Ed, infine, ricorrere anche al contributo degli esperti, psicologi, psicoterapeuti, pediatri, educatori per farsi seguire e sostenere nel percorso psico-educativo.
Insomma, i ragazzi non vanno lasciati soli e senza una guida. Vanno accompagnati ad affrontare il mondo… compreso quello virtuale!