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SALUTE – LE REGOLE D’ORO PER LAVORARE SENZA STRESS

by La Redazione

Il lavoro nobilita, ma può anche stressare!  Per tornare in ufficio senza “soffrire” ecco i consigli degli esperti per ridurre ansia e routine che fanno male all’umore e alla salute

Le ultime ricerche scientifiche hanno dimostrato che il lavoro può essere dannoso alla salute. Soprattutto se è monotono e sedentario. Due condizioni che potrebbero favorire per il 47%  umore sottotono, ansia e depressione, nei casi di maggior predisposizione. Oltre ai ‘quattro passi’ in ufficio (ogni ora, sgranchitevi le gambe per 5 minuti circa) che aiutano a rompere la monotonia, chiariscono le idee e riattivano la circolazione nelle zone rimaste inattive, alcuni studi scientifici suggeriscono 4 facili regole, per lo più mentali, che aiutano ad affrontare il lavoro in modo positivo e abbassano notevolmente i livelli di stress.

PRIMA REGOLA: rompere gli schemi, senza trasgredire ma assumendo comportamenti fuori dall’ordinario. Insomma occorre sfoderare tutta la propria creatività per affrontare le situazioni, gli eventi, le richieste professionali o personali in un’ottica nuova. Una ginnastica mentale che, secondo uno studio dell’Università del Texas, negli Stati Uniti, oltre al cervello farebbe bene all’intero organismo. Pare infatti che le persone creative siano più sane delle metodiche e routinarie, guadagnando 6 o 7 anni in giovinezza rispetto alla reale età anagrafica. «Le persone creative – spiegano gli autori della ricerca – sanno risolvere i problemi in maniera più efficace, compreso anche le problematiche di salute». Ma che cosa significa essere creativi? Per esempio, se partecipate a un brainstorming (riunione di gruppo), sfoderate una scaletta con il doppio delle idee richieste o scegliete modi più tecnologici per appuntarvi il necessario, non i classici postit, ma usando programmi del pc che non conoscevate prima. «Più una cosa è stimolante, più viene osservata da un’angolazione differente, perfino insolita», concludono gli esperti.

SECONDA REGOLA: personalizzare gli spazi, uscendo dall’anonimato. In poche parole, abbellite la scrivania o la postazione di lavoro con piccoli oggetti (come foto, poster, ricordi legati ai propri hobby e passioni) vi aiuterà a ricaricare le batterie quando siete in riserva. «La personalizzazione dello spazio, specie lavorativo – commentano gli autori dello studio americano – favorisce il recupero del senso di privacy e il controllo del proprio ambiente». Una sensazione di dominio, controllo e autonomia che consentirebbe di ridurre significativamente i livelli di stress.

TERZA REGOLA: socializzare in ufficio, che non significa dover uscire a cena o diventare amiconi dei colleghi, ma scambiarsi quelle quattro parole per stabile una ‘connessione’ che non sia solo digitale o lavorativa. La relazione umana sembra, infatti, essere in grado di aumentare lo stato di benessere, favorendo anche la longevità. Da un ricerca dell’Health Psychology di Toronto, che ha preso in considerazione la vita lavorativa di oltre 800 persone, la relazione fra colleghi sarebbe in grado di dare un giusto sostengo psicologico nei momenti di tensione, e diminuirebbe anche del 41% il decesso prematuro nei venti anni successivi, rispetto a chi resta isolato in ufficio. «È possibile ipotizzare – ha precisato la dottoressa Sharon Toker, direttrice del programma di comportamento organizzativo all’Università di Tel Aviv – che i benefici derivino dall’ossitocina, il noto ormone del ‘buonumore’, che  aumenterebbe quando si è in ansia, ma che in presenza di persone su cui si può contare, favorirebbe la diminuzione dello stress, e aumenterebbe le aspettative di vita».

QUARTA REGOLA: annotarsi almeno tre eventi positivi nell’ambito lavorativo, per esempio, se il capo ha apprezzato i vostri sforzi, oppure se avete raggiunto gli obiettivi che vi eravate poste. Ma anche aver ricevuto un segno di affetto/stima da parte di un collega. Insomma, imparare a ricordare le emozioni positive funziona per combattere lo stress e ridurre notevolmente la probabilità di evitare l’ufficio per malesseri fisici e psicologici, come conferma Joyce Bono, professore di management all’Università della Florida. Nella ricerca pubblicata dall’Academy of Management Journal, le lavoratrici americane capaci di sorridere e pensare erano più soddisfatte e si ammalavano molto meno.

Testo di Francesca Morelli

 

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