La protesta contro i bulli digitali (e non solo) arriva da un gruppo di studenti di un Istituto tecnico di Lecce. Hanno fondato “MaBasta”, il Movimento Anti Bullismo Animato da Studenti Adolescenti, con l’obiettivo di raccogliere tutte le testimonianze di coetanei sugli atti di violenza verbale, fisica e psicologica subiti. Dopo, infatti, l’ennesimo suicidio di una ragazzina (di 12 anni, a Pordenone) per le persecuzioni subite dai suoi compagni, gli studenti leccesi hanno lanciato il loro grido di allarme: basta con questa piaga sociale, basta colpire i più fragili.
È nata così una pagina di Facebook, e un sito in partenza con spot e fotografie (www.mabasta.org), per dare un altro segnale forte e chiaro a genitori, insegnanti e istituzioni. Basta lasciare soli i figli sulla rete e senza reti di salvataggio. “Occorre organizzare nelle scuole corsi di educazione civica e digitale, alfabetizzare le famiglie al mondo digitale; non si possono regalare pc, tablet e smartphone senza conoscere cosa ne faranno i propri figli. E soprattutto ignorando siti e applicazioni a rischio” afferma Ivano Zoppi Presidente della Cooperativa Pepita, che realizza ricerche sociali sugli adolescenti (www.pepita.it). “Inoltre, bisogna parlare di più con i ragazzi (1 su 2 non sa con chi confidarsi), captare i segnali di sofferenza e ricordare ai giovani che le parole possono uccidere e i post e le foto in rete ancora di più, soprattutto se anonimi”.
Quindi, non smettete mai di ricordare ai ragazzi che la rete può davvero distruggere la vita: le offese, le minacce sono un peso insopportabile per i giovani più fragili e sensibili”. Insomma, cari genitori, occorre vigilare sempre… on line e off-line.