Farina 00, farina 0, farina 1… Cosa vogliono dire? E per quali preparazioni sono consigliate? Lo abbiamo chiesto alla nutrizionista Chiara Manzi
“Queste sigle indicano i vari gradi di raffinazione della farina di grano tenero, ossia la percentuale di farina che si estrae da 100 parti di cereale, eliminando in vario grado le parti esterne: crusca e cruschello, ricche di fibra, minerali, vitamina E e vitamine del gruppo B” afferma Chiara Manzi, presidente dell’Associazione per la Sicurezza Nutrizionale in Cucina.
- La farina tipo 00 rappresenta la farina più raffinata e per questo più ricca in zuccheri e proteine e più povera di fibre. Solo 2 grammi ogni 100 circa. Viene utilizzata nelle preparazioni dove non occorre una grande quantità di glutine, come nei ciambelloni o nella pasta fresca e nella beciamella.
- La farina tipo 0 contiene una maggiore quantità di prodotto pro- veniente dalla parte più esterna del chicco e quindi circa 3 grammi di fibra ogni 100. Contiene anche più glutine e per questo viene utilizzata per i prodotti lievitati (pane e pizza) che hanno bisogno di maggior elaasticità.
- Le farine tipo 1 e 2 hanno un grado di raffinazione molto più basso, quindi il loro contenuto di fibra va dai 4 agli 8 grammi ogni 100. Si usano quando vogliamo arricchire le preparazioni di fibra e per dare un sapore più marcato.
- La farina integrale di frumento ha semplicemente subìto il primo processo di macinazione, contiene pertanto tutte le parti più esterne del chicco, quali la crusca, e un contenuto di fibra che può arrivare al 10%, ovvero un terzo del fabbisogno giornaliero. Si usa, con ottimi risultati, per i tagliolini o anche le crostate integrali.Da ricordare che la crusca pura, che possiamo trovare facilmente in commercio, contiene circa il 40% di fibra: un cucchiaio nel latte della colazione è meglio di un panino integrale e ci permette di iniziare la giornata con un dolce rallentandone l’assorbimento.Trovate altre utili informazioni sul libro Antiaging con gusto di Chiara Manzi.