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Zika: c’è davvero da preoccuparsi?

by La Redazione

Continua l’allarmismo per l’infezione causata dalla zanzara Zika in Brasile. Sarà un bluff come l’aviaria? Che cosa c’è dietro tanto rumore? La giornalista Donatella Salambat (Alpi media Group) lo ha chiesto al dottor Marino Faccini, responsabile profilassi e malattie infettive dell’Ats  di Milano.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha affermato che il virus si propaga in maniera “esplosiva e in molti continenti, e l’arrivo del virus è coinciso con l’aumento dei casi di microcefalia, un disturbo neurologico chiamato sindrome di Guillain Barrè”. Per fare chiarezza siamo andati a parlare con un esperto della materia, il dottor Marino Faccini, responsabile profilassi e malattie infettive dell’Ats (Agenzia tutela della salute) di Milano, il quale ci ha fornito alcune utili informazioni per sfatare paure o inutili allarmismi.

Precisiamo subito che Zika si trasmette tramite le zanzare infette del genere Aedes aegypti, le stesse attraverso cui è possibile diffondere Dengue, febbre gialla e Chikungunya, febbre d’origine virale. Il virus è stato isolato per la prima volta nella foresta Zika (da cui prende il nome) dell’Uganda, e successivamente si è propagato in Africa, in Asia e nelle isole del Pacifico (Polinesia). Dal 2014 è comparso anche in Paesi dell’America Latina come il Brasile.

Per la facilità di trasmissione, una puntura di zanzara tigre (Aedes aegypti) come detto, il dottor Faccini consiglia quindi, a coloro che si dovessero recare in un’area endemica, «di proteggersi dalle punture di zanzara con un adeguato abbigliamento e utilizzando i repellenti cutanei». Sempre dal dottor Faccini, apprendiamo che la sintomatologia è lieve, non è aggressiva, provoca febbre, dolori muscolari, articolari e nella maggior parte dei casi può essere asintomatica; inoltre le persone colpite dal virus non hanno necessità di alcuna cura ospedaliera.

Non esiste un vaccino e solitamente la persona infetta è trattata con medicinali comuni contro la febbre perché questa non porta a situazioni irreversibili. Le zanzare sono ritenute il vettore principale, ma questo virus può propagarsi anche attraverso i rapporti sessuali.

La trasmissione avviene da uomo a donna, per questo diventa importante, per le donne gravide o in cerca di una gravidanza, evitare rapporti non protetti con persone che hanno transitato o sostato nelle aree a rischio, in quanto è stato accertato che la trasmissione per via sessuale avviene attraverso il liquido seminale. Per evitare che si propaghi l’infezione, gli uomini provenienti da viaggi nelle aree endemiche in caso di sintomi collegabili al virus, in occasione di rapporti sessuali dovrebbero utilizzare profilattici per almeno sei mesi; in assenza di sintomi specifici l’uso del preservativo deve essere limitato ad un periodo pari ad un mese.

Il serbatoio naturale dei virus sono gli animali, così come è stato per Ebola così è per lo Zika. Con la deforestazione e i cambiamenti climatici, questi animali vengono privati del loro habitat naturale con la conseguenza di un progressivo avvicinamento all’uomo. Con l’aumento dei viaggi attraverso diversi continenti aumenta il rischio di diffusione di malattie che in precedenza erano endemiche in limitate aree geografiche.

La preoccupazione maggiore che desta l’infezione da virus Zika è legata, in Brasile, all’aumento di neonati affetti da microcefalia. Tuttavia non sono state ancora dimostrate, in modo certo, l’associazione tra microcefalia e virus zika, nonché la possibile trasmissione del virus tra madre infetta e feto durante la gravidanza; l’unico dato clinico incontestabile è l’aumento dei nati affetti da questa patologia, caratterizzata da ridotte dimensioni del cranio e dell’encefalo.

Una conseguenza che sembra già accertata, invece, è la sintomatologia della sindrome di Guillain Barrè. È una malattia autoimmune, che causa paralisi progressiva dei muscoli. Il suo legame con il virus in questione risale all’epidemia che colpì la Polinesia francese, dove le persone che avevano sviluppato la sindrome, sono state sottoposte ad accertamenti ed analisi del sangue che hanno dimostrato la presenza nel sangue degli anticorpi anti-virus Zika.

Quindi, in conclusione, nonostante i rischi associati a patologie quali la microcefalia e la sindrome di Guillain Barrè, l’infezione da virus Zika può rimanere asintomatica o, nel caso determini una sintomatologia, risulta di lieve entità, trattabile con farmaci sintomatici come avviene nelle comuni influenze.

Testo di Donatella Salambat, tratto da www.valtellinanews.it

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