Quando pensiamo a un concetto astratto mettiamo in moto la bocca. O meglio il nostro cervello attiva il sistema motorio della bocca mentre elabora un pensiero astratto come “gioia”, “felicità”, “libertà”. Secondo una ricerca, realizzata dall’Università La Sapienza (dipartimento Psicologia dinamica e clinica) e dal CNR, i tempi di reazione per elaborare i pensieri “non concreti” di un gruppo di bambini di 8 anni (con test e risonanze magnetiche) nei primi anni di vita. Quelli che da piccoli non avevano usato il ciuccio erano più veloci nel rispondere alle domande dei ricercatori, mentre quelli che avevano usato il ciuccio a lungo avevano bisogno di tempi maggiori. L’ipotesi dei ricercatori è che il ciuccio limitando la mobilità della bocca in una fase cruciale dello sviluppo linguistico rallenti la creazione del pensiero astratto. Confermando così, l’importante ruolo della socialità e conversazione per apprendere concetti complessi in primi anni di vita. Lo studio italiano è stato pubblicato sulla rivista di scienze biologiche della Royal Society.
OCCHIO AL CIUCCIO: RALLENTA IL PENSIERO ASTRATTO
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