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DISINFORMAZIONE E FAKE NEWS AI TEMPI DEL COVID

by La Redazione

Durante l’emergenza Covid, le notizie “confezionate” dai social network, dal mainstream pubblico e privato, dai blog di veri e finti esperti per ottenere l’attenzione dei lettori, tele e radio ascoltatori,  hanno prodotto una vera e propria “pandemia” da disinformazione, riguardante la diffusione del virus, le cure e i vaccini, scatenando così  paure e confusione generale nella popolazione italiana.
Lo afferma una ricerca scientifica, pubblicata sulla nota rivista scientifica SN Comprehensive Clinical Medicine  intitolata “The “Pandemic” of Disinformation in COVID”, realizzata dai ricercatori italiani Fabio Tagliabue, Luca Galassi, Pierpaolo Mariani,  che evidenzia gli effetti  gravi  sulla percezione delle persone nei confronti dell’emergenza Covid-19.

Secondo i ricercatori: “Durante l’epidemia di COVID-19, la disinformazione e le fake news hanno rappresentato una questione importante generando confusione e insicurezza tra la popolazione”.Infatti, nell’analisi dei ricercatori italiani, il ruolo dei mass media ha rappresentato un elemento critico durante l’epidemia di SARS-CoV-2 ,tanto da  influenzare la percezione del rischio da parte del pubblico. Alle notizie false si sono, poi, aggiunte le dichiarazioni di personaggi pubblici e politici, medici e specialisti di ogni branca (gastroenterologi, nefrologi, chirurghi, neurologi) generando una maggiore confusione nel pubblico e addirittura nella stessa comunità scientifica.

La ricerca evidenzia, inoltre che : “Le persone erano così sopraffatte da questa marea di informazioni che non hanno avuto il tempo di comprenderle correttamente” . ” Il tono allarmante di alcuni esperti ha provocato in alcuni casi una corsa all’acquisto di dispositivi di protezione individuale (DPI) e detergenti alcolici; questo fatto ha contribuito in parte alla mancanza di DPI nel settore clinico e a un aumento sproporzionato dei prezzi di questi prodotti”.

Il risultato di questa campagna di disinformazione e fake news? Aumento dello stress, dell’ansia e una sfiducia endemica nei confronti delle istituzioni.

Secondo la ricerca, la campagna d’informazione sull’emergenza Covid, in  soggetti psicologicamente fragili, ha prodotto  un’esacerbazione delle patologie psichiatriche [ 1 ] e un determinato disturbo da stress primario2 ]. “Dichiarazioni mediche iniziali ed eccessivamente ottimistiche che giudicavano l’epidemia come una semplice influenza hanno abbassato l’attenzione sociale sulla pandemia COVID-19 e hanno instillato in alcune persone idee di cospirazione o negazione supportate da dichiarazioni di alcuni medici e professionisti non medici che hanno detto, “è solo influenza.” 3 ]

“Allo stesso modo, i mass media, nel tentativo di ottenere visibilità, hanno forse involontariamente disinformato il pubblico ogni volta che è iniziato un nuovo trattamento sperimentale. L’inizio di un trattamento sperimentale è stato riportato dai giornali che lo hanno riportato come la scoperta decisiva per combattere la SARS-CoV-2, accentuando così il senso di sicurezza delle persone [ 5 ]”.

Ma non solo, “la ricerca di scoop giornalistici ha innescato una corsa per trovare la responsabilità della pandemia COVID-19, e ha così ridotto la fiducia delle persone nelle istituzioni nazionali e internazionali responsabili della conservazione della salute pubblica”.

Informazioni fuorvianti sul trattamento per COVID-19 hanno provocato un numero crescente di abuso di vitamina D e persino avvelenamento di massa dall’assunzione di metanolo [ 9 ]. Così come la correlazione tra cancro e coperture con maschera, ne ha evitato l’uso da parte di molte persone in Italia e in Europa.  [ 10 ].

Il blocco e il conseguente allontanamento sociale ha determinato, soprattutto in coloro che risiedono in aree altamente infette, una sindrome da stress post-traumatico (PTSD) caratterizzata da ansia, disturbi del sonno, angoscia e abbassamento del tono dell’umore con diminuzione dell’umore positivo come la felicità e la serenità e un aumento della tristezza o della noia [ 11 , 12 ].

 La disinformazione e le notizie false hanno contribuito all’insorgenza di PTSD e casi di disturbo da stress principali [ 2]. Le conseguenze di questi disturbi non solo hanno avuto effetto nella fase di picco dell’infezione, ma avranno anche ripercussioni future.

Le fake news hanno anche stimolato l’indignazione con la conseguente reazione delle persone per una presunta ingiustizia. Le notizie incomplete o non corrette riportate dai mass media e poi rielaborate sui social hanno focalizzato l’attenzione anche su possibili errori di alcune strutture ospedaliere.

” La rapida evoluzione della pandemia COVID-19 non ha consentito dati scientifici immediati e certi. In considerazione di ciò, sorge quindi l’esigenza che, soprattutto in caso di pandemie, i medici debbano fornire al pubblico solo informazioni evidence-based in modo semplice e condiviso al fine di evitare fraintendimenti e incomprensioni. È quindi necessario un migliore coordinamento tra la comunità medica, i governi e i mass media per evitare la diffusione della disinformazione attraverso diversi canali, limitando la diffusione di fake news e quindi coinvolgendo meglio il pubblico in generale ad aderire a linee guida corrette” afferma la ricerca”.

Per leggere il testo integrale in inglese cliccate qui

https://link.springer.com/article/10.1007/s42399-020-00439-1

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