Come aiutare i figli a crescere sani, forti e responsabili? Dando regole e limiti da rispettare, senza contraddirsi o fare gli amiconi, con cui condividere storie sentimentali e discoteca. I genitori moderni devono costruire i binari sui cui far viaggiare i propri figli.
Amici dei nostri figli sì o no? Lo abbiamo chiesto alla psicologa Gessica Marengo, psicologa ed esperta in Psicoterapia Clinica Focale Integrata, socia della Associazione Italiana Coordinatori Genitoriali*.
Perché è importante mantenere una giusta distanza relazionale tra genitori e figli?
“Come in tutte le relazioni della nostra vita, la giusta distanza relazionale evita che si confondano i ruoli, e permette di mantenere integri il senso del rispetto e la libertà reciproca. In questi ultimi anni, la caduta di molte barriere generazionali e culturali hanno riaccorciato le distanze, con la speranza che avrebbero favorito quel concetto di libertà e di autonomia responsabile che invece non è accaduto. La maggior parte dei genitori lamentano, infatti, la mancanza di rispetto da parte dei figli sulle regole basilari nonché verso i loro stessi genitori.
Perché c’è meno rispetto nei confronti dei genitori?
“Anzitutto perché le famiglie sono cambiate e spesso manca, tra i genitori, il patto concorde e univoco sul tipo di educazione da dare ai figli. Quindi, i ragazzi rischiano di crescere secondo le tendenze del momento, le suggestioni delle pubblicità o le imitazioni di modelli osservati in altri contesti che non tengono però conto della specificità. Ogni famiglia ha i suoi punti deboli e forti.
Inoltre, spesso entrambi i genitori sono impegnati in lavori che lasciano pochissimo tempo all’educazione e all’istruzione dei figli, che vengono totalmente delegate a figure satelliti quali baby sitter, insegnanti di ripetizioni, scuola, ecc.; che incidono ancora di più le famiglie con genitori single, separati e divorziati. In questi casi, spesso, i problemi raddoppiano: per esempio, molti ex partner seguitano a farsi la guerra, contraddicendo le regole impartite dall’altro genitore e contestandole apertamente davanti ai figli, i quali restano disorientati, confusi e senza più un riferimento stabile e chiaro.
Il risultato? Aumentano i sensi di colpa dei genitori che si traducono in una maggiore indulgenza verso il comportamento dei figli, oppure facendo nascere delle vere e proprie alleanze con i figli contro insegnanti, educatori che provano a impartire anche le più semplici regole di vita. Poi c’è anche il genitore ‘amicone’ con il quale condividere amici, discoteca (nel caso dei più grandi) o nel loro confessore per i bambini più piccoli: ‘Racconta tutto a mamma/papà tanto siamo amici’. Sono tutti esempi da evitare, così come la tendenza, piuttosto frequente, di padri e madri (soprattutto separati) di coinvolgere i figli nei loro litigi o in nuove relazioni sentimentali senza capirne i risvolti psicologici sulla loro crescita e sicurezza affettiva”.
Perché non va bene l’amicizia fra genitori e figli?
“Non si può essere amici di qualcuno che devi proteggere e accudire, e allo stesso tempo impartire (contro la sua volontà) regole e limitare il campo d’azione. E’ un controsenso tale da confondere i rispettivi ruoli. E soprattutto in adolescenza: i ragazzi sono chiamati a “distruggere” il mondo in cui hanno vissuto e in cui hanno creduto per poter ricostruirne uno loro, per diventare persone adulte, sicure e responsabili. Gli adolescenti necessitano sia di elasticità sia di comprensione, ossia di un binario stabile, che dia loro sicurezza e continuità, e li protegga. Mentre per paura di perdere l’affetto dei figli, opponendosi a loro, molto genitori fanno l’errore di compiacerli, diventano i loro amiconi, con il rischio di rendere i ragazzi ancor più insicuri e disorientati. Anziché aiutarli li danneggiano…
Amichevoli sì, amici no. I consigli pratici per i genitori?
“Basta stare semplicemente pensare a questa metafora: “i figli sono il treno e i genitori i binari”. Se mamma e papà non creano il percorso, il treno deraglierà.
Oppure, potete prendere come esempio la metafora di Schopenauer sui ricci: se, durante il freddo invernale, si avvicinano troppo per tenersi caldo, si pungono e si fanno male. Se, invece, si allontanano troppo, sentono freddo. Mentre se trovano la giusta distanza fisica, stanno bene. Questo vale anche per le relazioni genitori e figli.
Ecco alcuni consigli per i genitori:
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- Cercare di essere il più coerenti e coesi possibili con i propri principi e fateli rispettare.
- Rispettate le idee dei figli anche se non le condividete. Spiegate, però, le vostre ragioni e fate in modo che i ragazzi rispettino quello che avete stabilito voi, anche se non lo gradiscono.
- Evitate di proporvi come “grandi amici” e/o di frequentare le loro amicizie ( non sono le vostre!!!), per non accendere una competizione malsana e ansiogena.
- Non mettete al corrente i figli delle nostre beghe intime, proprio come se fossero vostri coetanei. Siete i genitori, risparmiategli la vostra intimità.
- Decidete con il partner (se siete diventati genitori da poco) un piano educativo su valori comuni. Per esempio: che tipo di educazione volete dare ai vostri figli, se deve ricalcare o meno quella ricevuta dalla vostra famiglia d’origine, quali sono i principi a cui attenersi e le cose su cui soprassedere.Se invece avete i figli pre o adolescenti e siete in difficoltà, ci sono tanti libri in circolazione che possono darvi una mano (*). Ma ricordatevi: contano più i fatti delle parole. Con le vostre azioni e il vostro esempio positivo potete aiutarli a crescere bene e a renderli più forti. I vostri figli costruiranno la loro felicità sul modello-immagine che gli avete trasmesso fin dalla nascita!
Libri consigliati:
“Non siamo capaci di ascoltarli: riflessioni sull’infanzia e l’adolescenza” di Paolo Crepet – Enaudi
“Le parole dei bambini” di Maria Rita Parsi – Mondadori
“L’età dello tsunami” di Alberto Pellai e Barbara Tamburini
*Consulenza di Gessica Marengo, Psicologa Clinica e Forense, Psicoterapeuta, Criminologa, Coordinatrice Genitoriale, Perito e CTU del Tribunale di Milano, Membro Società Italiana di Criminologia, Associata A.I.CO.GE. www.centroclinicoweller.com