Violenze fisiche, psicologiche, isolamento ed emarginazione. Per l’OMS la violenza contro le donne rappresenta “un problema di salute di proporzioni globali enormi”. Nel mondo, la violenza riguarda una donna su tre. Per questo, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, ha istituito la “Giornata contro la violenza sulle donne” ( il 25 novembre di ogni anno) per sensibilizzare i governi e l’opinione pubblica su una delle più devastanti violazioni dei diritti umani.
In Italia, il 31,5% delle donne (tra i 16 e i 70 anni) è stata vittima di una qualche forma di violenza fisica o sessuale ( dati Istat), Le forme più gravi di violenza sono commessi da partner o ex partner (62,7% degli stupri), parenti o amici.
Anche sul lavoro i dati sono scoraggianti: il 10% delle lavoratrici del settore è soggetta a violenza e vessazioni da parte di colleghi e superiori (Fonte Inail ). Sono stati segnalati 11 mila casi di aggressione accertati dal 2015 al 2019 nel nostro Paese (dati Inail), con una media di oltre 2 mila casi l’anno.
Tra le lavoratrici vittime di aggressioni o violenze, quasi il 60% svolge professioni sanitarie e assistenziali, a seguire (ma a distanza) insegnanti e specialisti dell’educazione-formazione, impiegati postali, personale di pulizia e servizi di vigilanza e custodia, ecc. (Fonte Inail).
Dal 1°gennaio al 20 novembre 2022, sono avvenuti 273 omicidi (+2% rispetto allo stesso periodo del 2021), con 104 vittime donne (- 5% rispetto allo stesso periodo del 2021 in cui le donne uccise sono state 109); 88 uccisioni sono avvenute in ambito familiare/affettivo (- 6% rispetto dello stesso periodo del 2021 in cui le vittime sono state 94); di queste, 52 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner (-16% rispetto alle 62 vittime dello stesso periodo del 2021). (Fonte Salute Gov.)
Nel 2021 si sono registrati circa 7 milioni di accessi al Pronto Soccorso di donne, di cui quasi 6.300 con l’indicazione di diagnosi di violenza (9,3 ogni 10 mila accessi).
Cosa fa scattare il femminicidio?
La più alta percentuale di vittime, nella coppia o in famiglia, è tra le donne di 45-54 anni (94,7%) e di 55- 64 anni (91,7%). Al primo posto tra i moventi degli omicidi, ci sono: la “lite per futili motivi e rancori personali” (45,9%) – dato rilevante per le vittime di entrambi i sessi (47,3% per gli uomini e 43,7% per le donne).
Al secondo posto: i “motivi passionali” (11,6% degli omicidi), con una netta distinzione per sesso (20,2% per le donne e solo 6,0% per gli uomini).
A chi chiedere aiuto
E’ stato istituito il Numero antiviolenza e anti stalking 1522– attivo 24 ore su 24 per tutti i giorni dell’anno ed è accessibile dall’intero territorio nazionale gratuitamente, sia da rete fissa che mobile, con un’accoglienza disponibile nelle lingue italiano, inglese, francese, spagnolo e arabo. L’App 1522, disponibile su IOS e Android, consente alle donne di chattare con le operatrici.
App YouPol realizzata dalla Polizia di Stato per segnalare episodi di spaccio e bullismo, l’App è stata estesa anche ai reati di violenza che si consumano tra le mura domestiche.
DA NON DIMENTICARE IL 25 NOVEMBRE: I DIRITTI DELLE BAMBINE
Nella Giornata contro la violenza sulle donne, non possiamo dimenticare i Diritti delle bambine, perché i numeri parlano chiaro: il 72% delle vittime di tratta a livello globale sono donne e bambine*, 150 milioni di bambine otto i 18 anni sono stati sottoposti a rapporti sessuali forzati o ad altre forme di violenza che includono il contatto fisico molesto, ogni anno 3 milioni di donne e bambine sono sottoposte alla mutilazione o taglio dei genitali femminili, il 35% delle donne nel mondo ha subito violenza, sessuale e non, almeno una volta nella vita.
La Fondazione Movimento Bambino ha raccolto, in un Decalogo degli inalienabili diritti delle Bambine, promosso dalla Prof.ssa Parsi e dalla Fondazione, 10 regole fondamentali per favorire la parità e l’uguaglianza sociale, culturale, legale delle bambine, future donne, future madri.
Decalogo degli inalienabili diritti delle Bambine:
6) Le bambine hanno diritto a muoversi liberamente così come fanno i loro coetanei maschi, per recarsi in qualunque luogo “anche da sole” e ad uscire in strada “anche da sole”, senza correre il rischio di poter essere e aggredite e/o molestate;
7) Le bambine hanno diritto di andare a scuola e, pertanto, di accedere agli studi così come i loro coetanei maschi. E non debbono in alcun modo essere sfruttate né obbligate a pesanti, costrittivi ,forzati lavori domestici e/o di accudimento e servizio di altri minori e/o di persone adulte e/o di anziani;
8) Le bambine hanno diritto di esprimere le loro personali opinioni , i loro gusti, sentimenti, emozioni, inclinazioni, bisogni, desideri ricevendo rispetto ed ascolto e senza essere condizionate da pregiudizievoli comportamenti familiari, culturali, sociali, religiosi , mirati ad incutere loro paura e vergogna per possibili condanne, ripercussioni e minacce per impedire loro di farlo e, in piena libertà e responsabilità, soprattutto, di farlo anche pubblicamente.
9) Le bambine e i bambini hanno diritto di giocare e crescere insieme e non soltanto in famiglia ma a scuola e nel sociale. E, crescendo, da preadolescenti e da adolescenti, di poter condividere spazi ed esperienze;
10)Le bambine hanno diritto a conoscere e a difendere i propri diritti, in relazione alle caratteristiche della loro identità di genere e ad esigere che essi siano rispettati in modo totale e in considerazione del loro sesso e in preparazione dei ruoli che esse andranno a ricoprire in famiglia, nella scuola, nel sociale, nel mondo della comunicazione, della ricerca scientifica, del lavoro, della legge, dell’economia, della cultura, dell’arte, dello sport della finanza , della politica. Ruoli ai quali esse devono pretendere di poter dare indirizzi, contenuti, sviluppi, soluzioni e risoluzioni che tengano conto del femminile.