Si inizia a parlare “ufficialmente” di Long Vax, parola coniata dal mondo anglosassone per descrivere gli effetti collaterali post-vaccino anti Sars Cov-2.
Le riviste più prestigiose al mondo hanno sdoganata l’argomento e hanno iniziato a pubblicare i primi dati; Science, ieri 3 luglio, ha raccolto in un articolo (pubblicato online) le info raccolte da alcuni ricercatori universitari e medici ospedalieri su pazienti con “effetti collaterali” post vaccinazione e post malattia virale.
All’inizio gli studi erano rivolti principalmente al Long Covid delle persone non vaccinate colpite dal virus, ma poi, visto l’aumento dei casi, si è esteso alle persone vaccinate e/o vaccinate e colpite dal Covid-19 e dalle sue varianti, che manifestavano sintomi importanti dopo giorni, settimane e mesi (Long Vax).
“Vedi uno o due pazienti e ti chiedi se sia una coincidenza”, afferma, alla rivista Science, la dott.ssa Anne Louise Oaklander, neurologa e ricercatrice presso la Harvard Medical School. “Ma quando ne hai visti 10-20”, meglio controllare “dove c’è fumo, c’è il fuoco”,
I sintomi del Long Vax includono, nella maggior parte dei casi, mal di testa persistente, grave affaticamento e frequenza cardiaca e pressione sanguigna anormali. Possono comparire ore, giorni o settimane dopo la vaccinazione e sono difficili da studiare.
Gli effetti avversi post-vaccinazione
Due sarebbero, inoltre, gli effetti avversi più preoccupanti rilevati dopo la vaccinazione:
1) “la neuropatia delle piccole fibre, una condizione studiata da Oaklander, in cui il danno ai nervi può causare sensazioni di formicolio o scosse elettriche, dolore bruciante e problemi di circolazione sanguigna. 2) La sindrome da tachicardia ortostatica posturale (POTS), una sindrome più nebulosa, con sintomi a volte innescati dalla neuropatia delle piccole fibre, che può comportare debolezza muscolare, oscillazioni della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna, affaticamento e annebbiamento del cervello”.
“I pazienti con sintomi post-vaccinazione possono avere caratteristiche di una o entrambe le condizioni, anche se non soddisfano i criteri per una diagnosi. Entrambi sono comuni anche nei pazienti con Long Covid, sintomi spesso attribuiti a una reazione eccessiva immunitaria”.
La malattia post-vaccinazione è “una malattia lunga e implacabile”, afferma Lawrence Purpura, uno specialista in malattie infettive della Columbia University, che è anche partner di Subaiya, e che cura sia i pazienti con Long Covid sia quelli con sintomi cronici post-vaccinazione.
Sebbene sempre più ricercatori stiano prendendo sul serio il Long Vax, i regolatori negli Stati Uniti e in Europa affermano di non aver ancora trovato una connessione certa tra i vaccini COVID-19 e la neuropatia delle piccole fibre o POTS.
Eppure “i ricercatori guidati dai cardiologi Alan Kwan e Susan Cheng del Cedars-Sinai Medical Center hanno analizzato un database sanitario di quasi 285.000 persone nell’area di Los Angeles, tutti con almeno un’iniezione di vaccino anti COVID-19. Il risultato? “Entro 90 giorni dall’iniezione, il tasso di sintomi correlati alla POTS era superiore di circa il 33% rispetto ai 3 mesi precedenti; 2581 persone sono stati diagnosticati sintomi correlati alla POTS dopo la vaccinazione, rispetto al 1945 precedente”. Insomma, si sta iniziando a pubblicare dati e a fare chiarezza dopo quasi 3 anni di “silenzio”….
In attesa di altre novità, alcune associazioni no profit in difesa dei malati, come REACT19, hanno deciso di organizzare raccolta fondi per i team che studiano immunologia, biomarcatori e cure per contrastare il Long Vax.