In questa prima settimana di agosto, il presidente del Brasile, Lula da Silva, ha promulgato una legge che consente l’ozonoterapia come cura “complementare” contro il Covid, nonostante i pareri contrari dell’Accademia Nazionale della Medicina (Anm) e dell’Agenzia di Viglianza Sanitaria (Anvisa). La terapia è stata al centro di dibattito tra gli esperti in Brasile, ma esaminati i dati delle numerose ricerche e i grandi risultati ottenuti ha ottenuto l’autorizzazione sanitaria negli ospedali brasiliani.
In Italia, l’ozonoterapia è stata quasi ignorata, nonostante sia risultata efficace nel contrastare gli effetti/danni causati dal virus Sars Cov2; oltre a costare poco e non avere (o quasi) controindicazioni.
L’impiego dell’ozono si è rivelato efficace per la sua azione antivirale, immunitaria, antinfiammatoria a antitrombotica.
La Sioot (Società scientifica di ossigeno ozono terapia) ha reso noti gli studi raccolti sui “Meccanismi d’azione dell’ozonoterapia nel trattamento dell’infezione da virus Sars-Cov2”.
Lo studio della Sioot, afferma che l’ozono potrebbe impedire l’ingresso del virus e le relative conseguenze multiorgano, intervenendo sulla prima fase dell’infezione (viremica) e sulla seconda fase (immunopatologica). Poiché: “lo stato esterno o pericapside (Envelope) è formato da glicoproteine e lipidi, in particolare la glicoproteina S detta Spike si lega al sito recettoriale ACE2, attaccando la cellula bersaglio mediante fusione con la membrana e relativa penetrazione attraverso gli endosomi attivando la replicazione virale” afferma lo studio.
“Le caratteristiche dell’infezione da Sars-Cov-2 si sono espressi in una prima fase con diversi livelli di gravità, dal soggetto positivo asintomatico fino ai casi più gravi che necessitavano di Terapia Intensiva e ventilazione meccanica. Questa patologia coinvolge oltre ai polmoni diversi organi e distretti, asse nervoso, miocardio, albero vascolare, tratto entero epatico, creando una sindrome metabolica”.
Per questo, continua il documento firmato dal Prof Luigi Valdenassi (presidente SIOOT) e Prof. Marianno Franzini (Presidente SIOOT International) : “Ci è sembrato pertanto utile proporre e praticare l’ozonoterapia in ragione delle sue caratteristiche fisiopatologiche che sembrano idonee e specifiche nel trattamento di questa grave patologia.
Ecco i meccanismi d’azione dell’ozonoterapia nel trattamento dell’infezione da virus Sars-Cov2″.
ATTIVITA’ ANTIVIRALE
“Diversi virus come il Sars-Cov-2, necessitano di gruppi sulfidrilici ridotti (SH) per attaccare i recettori cellulari ed entrare nella cellula bersaglio. I Coronavirus sono ricchi di Cisteina, anche nella proteina Spike e i diversi componenti devono essere intatti per esprimere l’attività virale. Sono però vulnerabili all’ossidazione come, nello specifico, quella determinata dall’ozono”. E ancora:
“Le stesse molecole lipidiche componenti del pericapside, rappresentano un bersaglio ideale per l’ozono. Byron, Murray et al. Hanno evidenziato sostanziali riduzioni dell’infettività virale a seguito di perossidazione lipidica del capside causata dall’ozono. Questo impedisce l’attacco del virus al recettore cellulare e quindi la sua replicazione”.
ATTIVITA’ IMMUNITARIA
“Lerner e Wentworth (2002), hanno evidenziato che il nostro organismo è in grado di produrre ozono in via endogena per proteggersi dagli agenti infettivi, coinvolgendo le cellule neutrofile e gli anticorpi del Sistema Immunitario che, producendo ozono ne sfruttano il potere ossidante per distruggere le pareti cellulari di batteri e virus” afferma lo studio.
ATTIVITÁ ANTINFIAMMATORIA
“Il potenziale ossidoriduttivo dell’ozono interviene nella reazione immunitaria e infiammatoria della fase immunopatologica”.
ATTIVITÁ ANTITROMBOTICA
“Su colture di cellule endoteliali umane esposte brevemente a plasma ozonizzato è stata evidenziata una maggior produzione di NO, che può far pensare ad una vera e propria induzione di NO sintetasi. Questo enzima trasforma la L-Arginina in L-Citrullina con liberazione conseguente di NO; questo ed il principale secondo messaggero che esso genera, il GMPc hanno un ruolo fondamentale nel controllo fisiologico della risposta immunitaria, nella trasmissione neuroumorale centrale e periferica e nella modulazione dei segnali fisiologici regolanti la vasodilatazione”.