Notizie censurate, informazioni manipolate o deviate per interessi economici e politici. Ma soprattutto proteggere la libertà d’informazione, alla base della democrazia e del rispetto dei diritti umani. E’ questo l’obiettivo di un gruppo londinese che a giugno del 2023 si è riunito nel quartiere di Westminster, sotto la guida dei giornalisti Michael Shellenberger e Matt Taibbi, per denunciare la crescente censura, l’intolleranza, ma anche la manipolazione dei dati e delle informazioni, esercitate dalle agenzie governative sui media e social media. Da ricordare il recente provvedimento Ue contro il free speach.
Per salvare la libera informazione, ma anche combattere il controllo ideologico delle opinioni diverse da quelle “ufficiali”, è stata scritta la “WESTMINSTER DECLARATION”, dichiarazione nata e firmata da giornalisti, scrittori, attivisti, esperti di tecnologia. Un vero e proprio decalogo di denuncia contro il controllo dell’informazione. Ma non solo, vengono elencate una serie di richieste necessarie e urgenti, come quella, ai Governi, di far rispettare l’articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti umani, alle piattaforme digitali di garantire la libera circolazione delle informazioni, evitando censure e/o rimozioni di dati e profili a fini censori, autorizzazioni dei servizi digitali (la Ue ha approvato una nuova legge a riguardo che decide cosa è o non è “appropriato”).
La “WESTMINSTER DECLARATION” è stata resa pubblica, oggi 18 ottobre 2023 (il testo lo trovate tradotto sul il sito de La Verità) .
Sono oltre 130 le personalità che hanno firmato la dichiarazione, da Julian Assange a Oliver Stone, dal prof. Sunetra Gupta a Richard Dawkins. Tra gli italiani anche Michele Santoro, Marcello Foa, Alberto Contri, Martina Pastorelli.
Il testo originale lo trovate sul sito de La Verità