Secondo un recente studio, il mal di schiena (low back pain) è destinato a diventare la settima causa di disabilità entro il 2050, superando persino patologie gravi come l’Alzheimer. Attualmente, il mal di schiena è tra le prime otto cause di invalidità a livello mondiale, una condizione che colpisce milioni di persone ogni anno e che spesso viene trascurata. Il mal di schiena diventerà, quindi, una delle cause invalidanti più importanti e diffuse tra la popolazione mondiale. A rivelarlo è uno studio di forecasting condotto su 204 paesi e pubblicato su The Lancet nel maggio scorso (Vol. 403, 2024): “Burden of disease scenarios for 204 countries and territories 2022-2050”: un’analisi sugli scenari futuri utile non solo per l’aspetto sanitario ma anche sociale ed economico.
E proprio in occasione della Giornata Mondiale della Fisioterapia, l’8 settembre, sono stati presentati, oggi 5 settembre, presso FNOFI a Roma, alla presenza del Presidente Piero Ferrante, della Vicepresidente Melania Salina e del Ministero della Salute, i dati più preoccupanti sulla salute della schiena e la campagna per la Giornata Mondiale della Fisioterapia sul mal di schiena: consapevolezza e prevenzione per “Un Movimento che non si ferma”.
L’impatto del mal di schiena in Italia e nel Mondo
In Italia, secondo l’ISTAT, sono 8,6 milioni le persone che soffrono di difficoltà motorie, di cui oltre 3,4 milioni con gravi limitazioni, e 5,5 milioni le persone che ricorrono al fisioterapista; soprattutto donne (circa il 57%).
Già l’Organizzazione Mondiale della Sanità, a fine 2022, segnalava come il 40% della popolazione europea e, addirittura, il47% della popolazione italiana avesse necessità di ricevere un intervento riabilitativo, di cui la stragrande maggioranza di tipo fisioterapico (parliamo di circa 27 milioni di nostri connazionali).
Ogni anno, infatti, un italiano su tre è costretto a casa a causa del mal di schiena, con pesanti conseguenze anche sull’economia nazionale. Inoltre, la maggior parte di questi pazienti necessita di trattamenti fisioterapici, ma molti rinunciano a causa dei costi e delle lunghe liste d’attesa.
Il ruolo cruciale della fisioterapia
La fisioterapia è uno strumento chiave nella prevenzione e cura del mal di schiena. La Giornata Mondiale della Fisioterapia, promossa dalla FNOFI, sottolinea l’importanza di educare i cittadini sull’importanza di trattamenti tempestivi e accessibili per evitare che il mal di schiena diventi cronico. Inoltre, la Federazione si impegna a migliorare l’accesso alle cure per rendere il sistema sanitario più sostenibile.
“Il panorama anagrafico ed epidemiologico è radicalmente cambiato – ha dichiarato il Presidente della Federazione Piero Ferrante – i cittadini hanno mutate esigenze ed esigono, legittimamente, risposte appropriate; il ‘Sistema Salute’, di conseguenza, sta vivendo situazioni di necessaria riorganizzazione, rispetto non solo alle nuove esigenze della popolazione, ma anche in rapporto al momento di crisi profonda che il nostro SSN sta attraversando. E, come sempre, i Fisioterapisti ci sono e ci saranno, con le loro competenze, acclarate da percorsi universitari, Master, Dottorati di ricerca, carriere sempre più apicali ed impegni sempre più costanti e coerenti con lo sviluppo, ormai inarrestabile, della Scienza della Fisioterapia – ha promesso il Presidente FNOFI. Ci sono e ci saranno, ben cosci del ruolo e del grado di autonomia professionale riconosciuto non solo dalle Norme e dalle acclarate evidenze scientifiche, ma anche dalla totale sicurezza delle cure e dalla soddisfazione dei cittadini stessi”.
Le linee guida dell’OMS
Anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità arrivano segnali importanti attraverso la recente pubblicazione di nuove linee guida per gli interventi non chirurgici sul ‘low back pain’ cronico, il mal di schiena, sia negli adulti che nelle persone più avanti con l’età.
Al tempo stesso, le linee guida dell’OMS raccomandano anche le azioni da fare con cautela o non fare nell’ambito di interventi di cure routinarie: come trazioni, ultrasuoni, la stimolazione elettrica transcutanea nervosa (TENs), l’utilizzo di medicinali analgesici a base di oppioidi, antidepressivi, anticonvulsivi e la perdita di peso farmacologica.
Inoltre, ccome si evince dalla mappa dell’OMS, l’Italia è uno dei paesi con una prevalenza marcata del low back pain, il mal di schiena, nelle fasce di età più adulte, al pari di Stati Uniti, Australia, Russia, Iran e quasi tutta l’Europa, (immagine qui di seguito), che suddivide gli interventi necessari in cinque classi: l’educazione, ovvero l’apprendimento e la consapevolezza da parte del paziente; le terapie fisiche (gli esercizi), le terapie psicologiche, le terapie con multi-componenti e l’impiego di farmaci.
Quindi, per proteggere la nostra schiena ed evitare di confermare i dati drammatici dall’OMS previsti per il 2050, occorre agire subito con una corretta prevenzione!